Intervento di femminilizzazione della voce nel paziente transgender MtF

gender dysphoria transgender symbol

L’operazione per la femminilizzazione della voce nel percorso di cambio di sesso da uomo a donna (MtF) è per molte donne transessuali un importante passo da compiere; una voce che non risulti congruente alla propria identità di genere infatti tradisce la propria identità e la propria percezione di sé.

La voce umana è una componente molto importante della nostra identità. La usiamo quotidianamente ed in continuazione, ci permette di socializzare e comunicare con gli altri, comunicare e comprendere le emozioni, ci permette di cantare, urlare, piangere e ridere. E proprio dalla voce, senza il bisogno di vedere fisicamente una persona, siamo in grado di dedurne il genere e l’età.

La voce è generata a partire da 3 componenti principali:

  • I polmoni, che permettono l’espirazione dell’aria
  • Le corde vocali, che vibrando al passaggio dell’aria creano un suono
  • La cavità faringea, orale e nasale che fungono da cassa di risonanza e amplificano questo suono

Alle quali si aggiungono anche tutte le componenti, quali la lingua, il palato, le guance, i denti, le labbra, etc. che ci consentono di articolare le parole e modificare quindi i suoni prodotti dalle corde vocali.

Differenza tra la voce maschile e quella femminile

A causa delle differenze anatomiche tra i due sessi biologici, le voci tendono a differenziarsi e ad avere caratteristiche comuni dipendenti dal genere. Ecco quindi alcune delle differenze tra una voce maschile e una femminile:

  1. AltezzaPitch

Determina quanto acuto o grave è un suono. Si misura in Hertz (Hz), l’unità di misura della frequenza. Tanto più alta è la frequenza tanto più acuto sarà il suono percepito.

Nella donna l’altezza media della voce varia tra 196-224 Hz con frequenze variabili nell’intervallo 145-275 Hz.

Nell’uomo invece l’altezza media della voce varia tra 107-132 Hz con frequenze variabili nell’intervallo 80-165 Hz.

  1. Formanti – Formant

Indica la frequenza di risonanza del tratto vocale.

Nell’uomo le formanti sono più basse, mentre nella donna sono più alte.

  1. Intonazione – Intonation

Indica la variabilità nell’altezza durante la pronuncia di parole e frasi che serve a conferire funzioni o significati diversi a tali elementi. In italiano ad esempio l’intonazione è quella che ci consente di capire se una determinata frase sia una affermazione o una domanda. In altre lingue, come il cinese, il tono conferisce alla stessa sillaba significato semantico diverso.

Nella donna l’intonazione tende ad essere molto più varia e tendente verso l’alto. Nell’uomo invece la voce tende ad essere più monotòna, mantenuta alla stessa intonazione, con tendenza verso il basso.

Oltre a queste tre caratteristiche considerate come tipiche e distintive tra i due generi, esistono altre misure del linguaggio verbale e non verbale che possono indicare l’appartenenza all’uno o all’altro genere, ma con relazione univoca e causale non sufficiente da considerarle come caratteristiche peculiari dell’uno o dell’altro sesso.

Altri parametri del linguaggio verbale e non verbale

Il volume della voce: quello misurato in decibel (dB) e che ci indica quanto forte è un suono. Nella donna si attesta tra i 68-74 dB mentre nell’uomo siamo intorno ai 68-76 dB; non vi sono quindi differenze significative anche se la voce femminile tende ad essere percepita come più alta, anche in volume, rispetto a quella maschile.

Sonorizzazione Aspirata – Breathiness: le donne a differenza degli uomini tendono ad avere una voce “sospirata”.

Linguaggio non verbale: le donne tendono a muovere gli arti ed usare i gesti molto più degli uomini, tendono a toccare occasionalmente l’interlocutore mentre parlano, a sedersi più vicino all’interlocutore rispetto ad un uomo e a mantenere il contatto visivo, guardando negli occhi la persona con cui parlano.

Differenze anatomiche tra uomo e donna nel tratto e negli organi vocali

corde vocali

A differenze qualitative della voce tra uomo e donna corrispondono differenze anatomiche negli elementi dell’apparato fonatorio tra i due sessi.

La cartilagine tiroidea è all’incirca il 20% più grande nell’uomo, rispetto alla donna.

Le corde vocali sono più lunghe nell’uomo, misurando 17-25mm contro i 12-17mm della donna (60% di differenza)

Le corde vocali sono anche più spesse nell’uomo, all’incirca del 20-30% rispetto alla donna così come sono più dense e resistenti, con differenze a livello di composizione del tessuto.

La lunghezza del tratto vocale, cioè la distanza tra le corde vocali e le labbra, misura circa 16-17cm nell’uomo e 14,5cm nella donna, creando quindi una risonanza diversa.

La terapia ormonale sostitutiva

A differenza degli uomini transessuali, nei quali la terapia ormonale sostitutiva con androgeni è in grado di modificare la voce provocando un aumento di volume delle corde vocali, nelle donne transessuali in terapia ormonale sostitutiva ci sono solo minime modificazioni nelle corde vocali e strutture laringee, ma nessuna modificazione nel tratto vocale che dopo l’adolescenza risulta completamente sviluppato. I cambiamenti dovuti alla terapia ormonale quindi non modificano quelle che sono le caratteristiche peculiari della voce maschile e la donna transessuale, nonostante sia in grado di produrre suoni a una frequenza più alta, conserva altre caratteristiche della voce che ne tradiscono l’identità di genere.

Dagli studi effettuati negli anni, anche dopo aver completato il percorso di transizione da uomo a donna (MtF), un individuo potrebbe venir scambiato per un uomo, in particolare al telefono, a causa della voce dalle caratteristiche maschili, con le conseguenze sociali e psicologiche che questa incongruenza causa nell’individuo.

Metodi per femminilizzare la voce nei pazienti transgender (MtF)

Per le ragioni di cui ai paragrafi precedenti, la voce, come altre caratteristiche fisiche, rientra tra i vari indicatori e segnali tipici di un genere e ha portato alla ricerca e sviluppo di tecniche mediche e chirurgiche per la modificazione della voce specificatamente per la popolazione transgender.

Per modificare la voce nelle donne transgender si interverrà quindi sui seguenti parametri singolarmente o in maniera combinata:

  • La riduzione della massa delle corde vocali
  • L’aumento della tensione delle corde vocali
  • L’accorciamento del segmento vibrante delle corde vocali

Iniezione di Triamcinolone Acetato nelle corde vocali

Il triamcinolone acetato è un potente farmaco corticosteroide a lunga azione. Tra i suoi effetti vi è però anche l’atrofizzazione dei tessuti nella regione di iniezione. Questa atrofizzazione determina una diminuzione nella massa delle corde vocali alle quali corrisponde un aumento della frequenza di vibrazione di circa 25-40Hz.

L’iniezione di triamcinolone acetato è una procedura semplice e minimamente invasiva, eseguita in anestesia locale con fibroendoscopio o microlaringoscopio. L’effetto prodotto è temporaneo e non permanente, ma produce risultati non ben prevedibili e incostanti

Approssimazione crico-tiroidea o tiroplastica di tipo IV

approssimazione crico-tiroidea tiroplastica

Questo è l’intervento maggiormente eseguito nelle donne transgender (MtF) per femminilizzare la voce e viene spesso e generalmente accoppiato ad un secondo intervento chirurgico e cioè la riduzione del pomo d’adamo noto anche come rimodellamento della cricotiroide o laringoplastica femminilizzante o condroplastica tiroidea.

È un’operazione eseguita in regime di anestesia generale. L’intervento consiste nell’applicazione di suture sintetiche non riassorbibili o metalliche tra la cartilagine cricoidea e quella tiroidea causandone l’avvicinamento come quando questo avviene ad opera dei muscoli cricotiroidei; questa azione aumenta la tensione delle corde vocali e al contempo le allunga, causando una modifica della voce (aumento dell’altezza).

Avanzamento della commessura glottica anteriore o glottoplastica

wendler's glottoplasty with anterior commissure advancement and anterior web formation
Wendler’s Glottoplasty

L’avanzamento della commessura glottica anteriore è un intervento eseguito in regime di anestesia generale.

L’intervento consiste nell’incisione del 30-50% della mucosa delle corde vocali nella loro regione anteriore e se ne asporta quindi l’epitelio del bordo libero. Si applicano alcuni punti di sutura tra le due corde vocali in questa regione de-epitelizzata che quindi risulteranno unite nella loro parte anteriore. Le corde vocali quindi, nella loro parte vibrante e funzionale, risulteranno notevolmente più corte rispetto alla condizione di partenza.

Riduzione del pomo d’adamo

La riduzione del pomo d’Adamo è un intervento eseguibile contestualmente all’approssimazione crico-tiroidea e una volta terminata la stessa, in quanto quest’ultima modifica la posizione delle cartilagini che vanno a formare il pomo d’Adamo. Una volta esposta la cartilagine, il chirurgo la rimodella fino a cercare di rendere rettilinea l’estetica del collo nella sua parte frontale, andando quindi ad eliminare la protuberanza causata naturalmente dalla cartilagine tiroidea che circonda la laringe. È un intervento semplice da eseguire e altamente soddisfacente per i pazienti che si sottopongono a tale operazione. Lascia una piccola cicatrice in quanto necessita di una incisione nella regione anteriore del collo, ma un chirurgo esperto farà in modo di eseguire l’incisione in una delle pieghe naturali del collo, occultandola.

Ulteriori informazioni sugli interventi di femminilizzazione della voce

I risultati finali degli interventi di femminilizzazione della voce sono apprezzabili dopo alcune settimane dall’intervento chirurgico, con continue e progressive modifiche della voce fino al suo stabilizzarsi dopo alcuni mesi dall’intervento (fino a 8 mesi circa).

Nell’immediato post-operatorio ci può essere un abbassamento della voce causato dall’edema dovuto all’intervento. La voce potrà inoltre essere roca fino a 10 settimane post-intervento.

Nela prima settimana sarà fatto divieto assoluto di parlare, anche sottovoce, con attenzione a non tossire per evitare bruschi traumi all’area oggetto di intervento. Successivamente e in base alla tecnica chirurgica utilizzata inizierà il graduale ritorno alla parola.

La terapia vocale: logopedia per pazienti transgender

Non esistono solo opzioni chirurgiche per modificare la propria voce, anzi, alle opzioni chirurgiche è consigliato affiancare un ben studiato piano terapeutico con un logopedista specializzato nella terapia vocale per transgender in modo da massimizzare i risultati. La logopedia è anche spesso utilizzata come unica risorsa per modificare la voce, senza bisogno di ricorrere alla chirurgia, ma è bene sapere che è fondamentale affidarsi ad un professionista della rieducazione vocale: modifiche nel modo di parlare e di usare gli organi fonatori, protratte nel tempo, se fatte in maniera amatoriale, potrebbero causare danni a lungo termine con modificazioni negative della voce e necessità di interventi chirurgici per le eventuali lesioni causate.

La chirurgia è in grado di intervenire solo su alcune specifiche qualità della voce, la terapia vocale interviene invece su una gamma più vasta di caratteristiche del linguaggio. Vediamo quindi su cosa si concentra la logopedia nel caso delle pazienti transgender:

  • L’altezza della voce può essere modificata e portata su frequenze più alte
  • Le formanti possono anch’esse venir modificate e innalzate
  • Il logopedista deve anche insegnare e correggere le tecniche di modifica della voce senza che questo determini uno sforzo muscolare eccessivo e senza causare tensione eccessiva su corde vocali e strutture laringee, situazioni associate a disturbi della voce e formazione di noduli sulle corde vocali
  • Con l’osservazione delle persone nella vita di tutti i giorni, si lavora anche sul linguaggio non verbale: espressioni facciali, postura, movimenti degli arti, respirazione,…
  • Si lavora inoltre sulla scelta delle parole, articolazione delle parole, intonazione e altre caratteristiche del linguaggio verbale
  • Si pone attenzione inoltre al rieducare e abituare il paziente all’uso delle tecniche insegnate. È facile modificare il proprio tono, una volta imparato come, all’interno di un ambulatorio medico. Il difficile è far entrare queste tecniche nella routine di tutti i giorni in modo che siano applicate anche quando stressati, quando si prova una forte emozione, quando sovrappensiero, quando stanchi da una lunga giornata, … sarà bene quindi anche praticare frasi ed espressioni di uso comune per la vita di tutti i giorni affinché queste diventino un automatismo (ciao/buongiorno, arrivederci, si, no, grazie, etc.)

Come tempistiche, generalmente sono necessarie un minimo di 15 sedute da un’ora con cadenza settimanale, fino ad arrivare in alcuni casi ad un massimo di un anno, per raggiungere risultati soddisfacenti.

Prima di iniziare la logopedia, è fondamentale comprendere insieme al professionista quale sia l’obiettivo personale: alcuni pazienti potrebbero desiderare una voce di genere neutrale, mentre altri potrebbero volere una voce marcatamente maschile o femminile. È fondamentale inoltre dare aspettative realistiche: alcune pazienti potrebbero sognare una voce irrealisticamente femminile, con altezza troppo alta, e servirà la consulenza del professionista e un po’ di esperienza e pratica con le sedute logopediche per stabilire quale voce sia realisticamente ottenibile e quale non solo non sia ottenibile, ma magari sia anche non necessaria o non desiderabile.

Sia la terapia chirurgica che la logopedia portano a cambiamenti nell’altezza della voce delle pazienti transgender. Questi cambiamenti però non significano necessariamente che la voce verrà percepita dagli estranei come assolutamente femminile; in generale, dagli studi pubblicati, le pazienti dimostrano soddisfazione nei risultati conseguiti alla fine del percorso riabilitativo.


Fonti
  • Physiologic and acoustic differences between male and female voices.
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    DOI: https://doi.org/10.1121/1.397959
  • Gender differences affecting vocal health of women in vocally demanding careers.
    Hunter EJ, Smith ME, Tanner K – Logopedics Phoniatrics Vocology Journal, Ott 2011
    DOI: https://dx.doi.org/10.3109%2F14015439.2011.587447
  • Voice, Speech and Gender: Male-Female Acoustic Differences and Crosslanguage Variation in English and French Speakers.
    Pepiot E – Xvèmes Rencontres Jeunes Chercheurs de l’ED 268, 2012 Paris France
    DOI: https://doi.org/10.4000/corela.3783
  • Pitch Elevation in Trangendered Patients: Anterior Glottic Web Formation Assisted by Temporary Injection Augmentation.
    Andreson JA – Journal of Voice, Nov 2014
    DOI: https://doi.org/10.1016/j.jvoice.2014.05.002
  • Voice, articulation, and prosody contribute to listener perceptions of speaker gender: a systematic review and meta-analysis.
    Leung Y, Oates J, Pang Chan S – Journal of Speech, Language, and Hearing Research, Feb 2018
    DOI: http://dx.doi.org/10.1044/2017_JSLHR-S-17-0067
  • Management of Gender Dysphoria – A Multidisciplinary Approach
    C Trombetta, G Liguori, M Bertolotto – Springer, 2015
  • Principles of Transgender Medicine and Surgery – 2nd edition
    Ettner R, Monstrey S, Coleman E – Routledge 2016
  • Transgender Medicine – A multidisciplinary Approach
    Poretsky L, Hembree WC – Springer 2019

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