L’intervento di protesi d’anca, noto anche come artroplastica dell’anca o artroprotesi, è una tecnica chirurgica sicura ed efficace che viene eseguita per trattare una serie di patologie che comportano un danno dell’articolazione dell’anca o la sua usura, come ad esempio l’artrosi dell’anca. Lo scopo dell’intervento chirurgico è quello di sostituire l’articolazione che è causa di dolore, di limitazione funzionale e di una modifica della qualità della vita, con una protesi artificiale fatta di leghe metalliche, ceramica e/o plastiche speciali col fine di ristabilire la funzionalità persa.
Dagli anni ’60 quando i primi interventi di protesi totale dell’anca vennero eseguiti, le richieste di questo tipo di procedura sono cresciute di molto, in parte anche per via della popolazione con un’età media sempre più elevata. Al giorno d’oggi è uno degli interventi più comuni e di maggior successo nel campo della chirurgia ortopedica; in Canada vi sono circa 60,000 artroplastiche d’anca eseguite ogni anno, mentre nel Regno Unito sono circa 92,000. Negli Stati Uniti questo numero sale a 400,000 protesi d’anca eseguite ogni anno e ci si aspetta che cresca a 630,000 entro il 2030.
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Indicazioni per l’intervento di protesi d’anca
L’artroplastica dell’anca è generalmente eseguita per il trattamento dell’artrosi dell’anca, ma il suo uso non è limitato a questa patologia né è indicata per tutti i pazienti che soffrono di artrosi d’anca. Le seguenti sono le indicazioni principali per la protesi d’anca:
- Artrosi d’anca primaria. In questo caso l’artroplastica è indicata solo quando tutti i trattamenti conservativi falliscono o quando il dolore e la limitazione funzionale causati dalla patologia affliggono eccessivamente la qualità della vita del paziente. L’età è un altro fattore importante nella scelta se eseguire o meno l’intervento: i pazienti con meno di 60 anni avranno verosimilmente bisogno di un intervento di revisione durante la loro vita e quindi questo aspetto va discusso; inoltre, questo gruppo di pazienti più giovani deve rispettare le raccomandazioni post-operatorie del chirurgo che includono l’evitare certi esercizi ed attività che causano eccessivo stress all’articolazione.
- Artrite reumatoide. I pazienti affetti da artrosi dell’anca secondaria a una artropatia infiammatoria sono buoni candidati per l’artroplastica totale d’anca.
- Fratture del collo o testa del femore o del bacino. In alcuni casi, una protesi d’anca totale o parziale può anche essere indicata per il trattamento chirurgico delle fratture.
- Osteonecrosi dell’anca.
- Displasia dell’anca.
- Tumori. Indicazione poco frequente, ma in certi casi di tumori primari o metastatici potrebbe essere eseguita una protesi d’anca totale.
Controindicazioni
Le infezioni locali o sistemiche (sepsi) sono le controindicazioni principali per questo intervento. Altre controindicazioni per le quali è necessaria la valutazione del chirurgo sono:
- L’osteoporosi severa
- L’inabilità del paziente a seguire le istruzioni post-operatorie, come nel caso di pazienti con demenza.
- Le persone che effettueranno attività vigorose che sottoporranno a grande stress la nuova articolazione impiantata.
- Allergie a componenti dell’impianto o a farmaci.
- Patologie per le quali sarebbe troppo rischioso operare, quali cardiopatie o nefropatie.
- Comportamenti che risulterebbero nella non aderenza alle istruzioni post-operatorie, quali l’alcolismo o l’abuso di droghe.
L’intervento di artroplastica dell’anca
Vi sono quattro tecniche chirurgiche principali per la protesi totale d’anca.
- Approccio o via d’accesso anteriore
- Approccio o via d’accesso laterale
- Approccio o via d’accesso posteriore
- Approccio minimamente invasivo
Tutti gli approcci sono sicuri ed efficaci e ognuno porta con sé dei vantaggi e degli svantaggi. Il chirurgo sceglierà la via d’accesso che ritiene migliore e per la quale ha maturato maggior esperienza operatoria e con la quale ha maggior confidenza. Ad oggi, non vi sono studi che raccomandino una via d’accesso invece di un’altra.
Il paziente viene posto disteso sul tavolo operatorio in posizione supina (approccio anteriore o laterale) o lateralmente sul lato che non viene operato (approccio laterale o posteriore).
L’incisione è lunga 12-25 centimetri circa e avrà una forma e una posizione leggermente diversa in base alla via d’accesso scelta.
Per esporre e raggiungere l’articolazione dell’anca, il chirurgo deve incidere e sezionare i muscoli della coscia. A vie d’accesso diverse corrispondono sezioni di muscoli diverse. Dopo aver esposto l’articolazione dell’anca, il chirurgo procede alla rimozione del tessuto osseo e cartilagineo danneggiato; la parte concava della protesi viene impiantata nel bacino, mentre quella concava a forma sferica viene impiantata nel femore. Dopo aver verificato il posizionamento corretto di tutti i componenti e averli fissati in posizione, il chirurgo ripara i tessuti molli danneggiati dal sezionamento, come ad esempio i muscoli, ed infine sutura il derma e la pelle chiudendo l’epidermide con punti di sutura o con graffette metalliche chirurgiche.
Negli approcci anteriore, laterale e posteriore si esegue la sezione di muscoli diversi e possono quindi avere tempi di recupero post-operatorio per il ritorno alle attività quotidiane differenti tra loro, così come diverso può essere il rischio di lussazione dell’articolazione, ma attualmente gli studi disponibili sono inconclusivi.
Il nuovo approccio con la chirurgia minimamente invasiva per l’intervento di protesi totale d’anca viene invece eseguito con una (7-15 centimetri) o due (5-7,5 e 2,5-5 centimetri) incisioni più piccole. Questa tecnica però non è adatta a tutti i pazienti né tutti i chirurghi o tutte le cliniche la eseguono. I candidati a questa procedura generalmente sono giovani, in salute, magri e motivati a intraprendere la riabilitazione post-operatoria. Il beneficio principale di questa tecnica minimamente invasiva è che ci sono meno danni ai tessuti molli (la sezione dei muscoli), il chè implica un recupero post-operatorio più veloce e meno doloroso, con un ritorno più rapido alle attività di tutti i giorni.
Preparazione preoperatoria all’artroplastica dell’anca
Il chirurgo procederà alla raccolta dell’anamnesi, delle allergie note, dei farmaci assunti e porrà delle domande sullo stato di salute. Domanderà dei sintomi e delle aspettative post-operatorie per l’intervento. Eseguirà un esame fisico e prescriverà una radiografia dell’anca; in alcuni casi, potrebbe essere prescritta anche una risonanza magnetica (RMN). Verranno inoltre eseguiti degli esami del sangue e un elettrocardiogramma (ECG), così come vi sarà una visita anestesiologica.
Se siete fumatori è consigliato smettere di fumare almeno un paio di settimane prima dell’intervento; il fumo compromette la capacità di guarigione dei tessuti e aumenta il rischio di complicazioni post-operatorie.
L’intervento di artroplastica comporta una perdita di sangue, potrebbe quindi essere consigliato donare il proprio sangue prima dell’intervento per poter poi eseguire un’autotrasfusione.
Perdere peso prima dell’intervento può velocizzare il recupero. Anche allenare la muscolatura può facilitare il recupero, prova a parlarne con un fisioterapista o con il tuo medico.
È raccomandabile anche fare un po’ di pianificazione sociale e domestica in anticipo: non sarete in grado per un po’ di eseguire le attività normali della vita quotidiana in autonomia come fare il bucato, cucinare, fare la spesa, farsi la doccia. È meglio quindi avere qualcuno che vi aiuti con queste attività. Altre cose utili possono essere un sedile rialzato per il WC, avere pronta una sedia stabile con un cuscino non troppo morbido, delle scarpe nuove e senza rialzi, delle maniglie, le stampelle, così come è meglio rimuovere tappeti e cavi che aumentano il rischio di caduta. Un fisioterapista o il vostro chirurgo saranno in grado di darvi questi e altri suggerimenti per un recupero più facile e più sicuro.
Rischi dell’intervento di protesi totale d’anca
L’artroplastica è considerata una procedura chirurgica sicura, ma come ogni intervento o procedura medica comporta dei rischi. I principali sono:
- L’emorragia intra-operatoria o post-operatoria
- Le infezioni
- La formazione di trombi e la trombosi venosa profonda (TVP)
- Il danno ai nervi durante la sezione dei tessuti
- La lussazione dell’anca post-operatoria
- Il fallimento dell’intervento (non c’è recupero della funzionalità e/o il dolore resta presente anche dopo l’intervento)
- Cambiamenti nella lunghezza dell’arto
- Fratture di porzioni sane del tessuto osseo
Il recupero dopo l’artroplastica
Il successo dell’intervento dipende enormemente dal comportamento del paziente dopo l’operazione. La riabilitazione inizia il giorno stesso dell’intervento, appena svaniti gli effetti dell’anestesia, o il giorno successivo all’intervento in base alle indicazioni del chirurgo e del fisioterapista. Seguire tassativamente le loro indicazioni è il modo migliore per garantire un risultato ottimale.
Vi sarà consigliato di indossare calze elastiche antitrombo e di assumere una terapia anticoagulante per mitigare il rischio di trombosi (TVP).
Dopo 3-4 giorni verrete dimessi dall’ospedale e mandati a casa o in una struttura per la riabilitazione.
I punti o le graffette vengono rimossi dopo 10-14 giorni. Fino a quel momento si devono seguire le indicazioni del chirurgo su come mantenere la ferita chirurgica pulita e asciutta.
È estremamente importante evitare certi movimenti come la flessione oltre i 90 gradi o l’intrarotazione/extrarotazione dell’arto operato per evitare complicazioni come la lussazione dell’articolazione.
Esercitarsi quotidianatamente seguendo il programma del fisioterapista è di fondamentale importanza per un recupero veloce e per poter tornare alle attività quotidiane.
Dopo circa 4 settimane si dovrebbe essere in grado di tornare a guidare e a lavorare.
Bisognerà evitare di sollevare carichi pesanti per i primi 2-3 mesi dopo l’intervento; il recupero proseguirà per 6-12 mesi così come l’aumento della forza muscolare.
Costo dell’intervento di protesi totale d’anca
I costi variano in base a cosa è incluso nel preventivo (farmaci, fisioterapia, parcella del chirurgo, materiali, …) e in base al chirurgo e alla clinica/ospedale scelti per l’intervento.
In media, negli Stati Uniti l’intervento di protesi d’anca parte dai 32,000-45,000 USD.
In Australia il prezzo parte da circa 13,000-25,000 USD.
Nel Regno Unito il costo è di circa 11,000-22,000 USD
In Thailandia il prezzo è di circa 8,000-12,000 USD
FAQs (Domande Frequenti)
Quanto tempo dura la protesi dell’anca?
Dai dati attualmente disponibili, sembra che il 95% delle artroplastiche d’anca non necessitino di revisione entro i primi 15 anni. Circa l’85% dura per almeno 20 anni. A 25 anni dall’intervento, all’incirca il 60% delle protesi non necessita ancora di revisione. Con l’avvento di nuovi materiali e tecniche chirurgiche ci si può aspettare durate delle protesi d’anca ancora superiori.
Quali attività dovranno essere evitate dopo aver fatto la protesi d’anca?
Fino a 12 mesi dopo l’intervento si dovrà evitare di ruotare internamente o esternamente la gamba operata, evitare di incrociare le gambe oltre la linea mediana del corpo, evitare di flettere l’anca oltre i 90 gradi (sia alzando la coscia che piegando il busto in avanti). Attività pesanti o che stressano l’articolazione potrebbero essere da evitare anche oltre i 12 mesi. Il vostro chirurgo vi spiegherà nel dettaglio in base al caso specifico.
Fonti
- Essentials in total hip arthroplasty.
J Parvizi, B Klatt – SLACK Inc, 2013 - How long does a hip replacement last? A systematic review and meta-analysis of case series and national registry reports with more than 15 years of follow-up
JT Evans, JP Evans, RW Walker – The Lancet, Feb 2019 - Surgical Approaches for Total Hip Arthroplasty
VM Moretti, ZD Post – Indian Journal of Orthopaedics, Jul 2017 - Projected Volume of Primary Total Joint Arthroplasty in the U.S., 2014 to 2030.
M Sloan, A Premkumar, NP Sheth – Journal of Bone and Joint Surgery, 2018 - The American Academy of Orthopaedic Surgeons (AAOS)